SIMONE ZANIN

About Page Cristiano Ferrarese Il Club del Libro Delphine Minoui Susanna Perachino Favorite Links Foire OFF Home Page Les Conferences au Club del Libro Photo Page Photo Album photos Realblog La Tela sonora Aniello Scotto Simone Zanin Past events Evrahim Baran Roberto Ferrucci BXLBRAVO WHAT'S NEW E' nata una nuova stella: Luce Anna Maria Farabbi Alberto Corradi 2006 Giulietto Chiesa EAU Riccardo Petrella



Il Club del Libro e PIOLA.libri
vi invitano all'Aperitivo Letterario
ospite d'onore il libro
“Studi„ di Simone Zanin

Edizioni del Leone, Venezia 2007

L’attenzione di Simone Zanin nei suoi studi  va, insieme, all’esperienza umana intesa come Storia (cioè una serie di eventi collettivi legati a scelte e a precise volontà) e alla vita come fatto biologico e, dunque, il discorso sulla poesia contempla e comprende la denuncia di un processo di contaminazione, di inquinamento, peggio di decomposizione, l’intelligenza è costantemente l’altra faccia della sensibilità; e la scrittura, precisa e minuta, il complemento di una disposizione per altro vocazionale all’immaginazione. Dominante, in questa poesia di grande forza espressiva, è anche la componente “civile”: quella appunto che deriva da una lucida analisi della realtà, dalla conoscenza e dalla consapevolezza del suo degrado, di una progressiva alienazione che si è impadronita dell’uomo. E c’è tuttavia l’innescarsi, in questo quadro negativo, di una speranza, di una possibilità di salvezza, legata all’ottimismo della volontà contro il pessimismo dell’intelligenza. Al centro della raccolta si pone la mitologia del quotidiano, colta nel suo paesaggio privilegiato, quello urbano, dove rilievo acquistano i segni di quella civiltà degradata che ci assedia e che ci svuota di ogni personalità: sette studi su una città perduta. Si tratta dunque di una visione in cui l’individuo si pone costantemente in chiave di comunità, nel cui ambito si avvertono come determinanti e potenzialmente salvifici i rapporti tra gli individui. Rapporti che possono ribaltare, in qualsiasi momento e contro ogni apparenza, la situazione con la forza rigeneratrice della loro umanità, anche se la situazione sembra intanto compromessa e lacerata, come appare dai conclusivi potentissimi cinque studi per un ritratto.
musica di Until you're heard 
undicisettembreduemilaotto                       orediciottoeventisette 

 
[...] Il suo discorso poetico è un respiro grandioso nella varietà delle forme e dei ritmi [...]
(Giorgio Bàrberi Squarotti)

Che poesie siano denominate studi è indicativo della loro struttura, più complessa e forse aleatoria nei confronti di testi revisionati e definiti: da ciò una libertà formale che presenta passaggi non codificati. Gli ‘studi’ di Zanin sono ‘su una città perduta’ (I-VII) e ‘per un ritratto’ (VIII-XII). L’articolazione porta sé figure di un divenire descrittivo-rievocativo che si riproduce nell’istante della sua nuova creazione, poiché tale è la parola. La lontananza da vincoli normativi conduce a più profondi strati di coscienza (VIII), alla natura come umana aspirazione (IX). 
(Luciano Nanni, Literary 2008/2)

Ritrovare in se stessi - pur in giovanile età - la narrabilità del Tempo. Un tempo inteso non solo come rievocazione di avvenimenti lontani, ma come constatazione del "presente" confrontato col "passato", ma piuttosto come solidificazione attuale di una condizione di vita percettiva e reale, vergine, non mutilata dalle ferite inferte dalla guerra, di una Storia infinita, ancora immersa in una grav, quantità di piaghe che a tutte le nostre città sta, ancora una volta, deturpando il volto. Simone Zanin, con il suo volume Studi, si addentra così in un mondo di cui, lui, non ne ha vissuto la Storia personalmente, ma di cui ha vasta conoscenza, grazie agli studi scolastici ai racconti della gente e alla sua approfondita cultura. Sicuramente, il campo del Sapere è stato esplorato da lui con molta passione.

Il risultato delle sue analisi, racchiuse in uno strano, estroso e particolare ambito poetico tutto personale, ma non fuori da coodinate geografiche precisabili, quindi riconoscibili, è quello di un diarismo reale per l'attualità del momento, carico di problemi, d'incognite e ugualmente reale per quanto è accaduto in questa nostra Terra di Santi, di Navigatori e di Poeti, settanta anni fa. Perché l'autore mette nel giusto conto anche l'assunzione trasfigurata dei tempi e delle relative realtà epocali, con un effetto complessivo di essenzialità, ma aggiungendo anche, in un certo modo, una sua intima solennità fantastica, un suo intimo quadro sentimentale che evidenzia sentimento d'amore, cosa assolutamente normale e quasi necessaria nella vita di un giovane studente. Ma l'argomento, pur essendo interessante, perché l'amore, che è il motore che fa girare il mondo, non è mai una trascurabile sciocchezza, fa solo da "contorno" alle liriche che esprimono il vero concetto del profondo interesse sociale del poeta! Perché l'esplorazioene estensiva delle immagini di luoghi reali che egli dà, scende sulle pagine con un segreto senso di rigetto per tutte brutture che feriscono la carne viva di questa nostra terra, quasi quanto le dolorose lacerazioni del passato. Un passato che, seppure ricoperto di sangue, siamo riusciti a lasciarlo alle nostre spalle, spezzando il cordone obelicale della nostra terribile tragedia.

Ma in ogni poesia di Simone Zanin, soprattutto in quelle che si riferiscono proprio alla terra nostra per cui tanto sangue è stato versato e che oggi, la si guarda con un forte batticuore, mentre coinvolti in una serie di pensieri vari, ci chiediamo: "Ma è veramente nostra? Ma per quanto, ancora, ci apparterrà?" Nuvole nere che passano nell'azzurro del nostro cielo! Nuvole... Eppure le liriche del poeta, sono i fotogrammi della realtà odierna, sono anche la descrizione dell'aridità di questo nostro tempo, dove la solitudine fa tante vittime, quante ne fa una mortale epidemia... E stando così le cose, il silenzioso timore che serpeggia fra i versi di Simone Zanin, senza per altro essere espresso con negativi sensi di rigetto, riporta ugualmente a ridare un'occhiata ancora ad un argomento che scotta...

Un ulteriore Studio della situazione non farebbe male e potrebbe anche illuminara suggerirci il modo di riportare, pacificamente, le nostre città e i nostri paesi ai sacri valori che, un tempo , erano la nostra vera ricchezza. Ma sarà davvero possibile rimettere ordine in questo stato di caos, di ambiguità, di paura? Una paura molto temibile, per una sua possibile esplosione... Ma la civile e corretta personalità del poeta, non può che rassicurarci, parlandoci di speranze.

Da parte mia, aggiungo che il futuro è nelle mani delle nuove generazioni. Noi, i nostri "inferni", li abbiamo vissuti e rivissuti. Aggiustare il mondo non è più compito nostro. Come il poeta spera, spero anch'io, ma dico anche che molto si dovrà fare, molto si dovrà "studiare", per riaccostarsi alla grandezza del bene, per riconquistare l'amore per la terra che ci è Madre e di cui, malgrado i grandi errori della Storia, gli onesti saranno sempre fieri di essere suoi figli!

Flavia Lepre su Radio Rai 3 (pubblicata anche su literary.it